Capita a tutti, nel corso della vita, di sperimentare inceppi o ripetizioni, di non riuscire a parlare in modo perfetto. Questo accade, magari, in situazioni in cui si è molto coinvolti a livello emotivo, durante un discorso in pubblico o in momenti di rabbia e di collera. Può succedere anche quando si sta riflettendo su cosa dire o quando non si riesce ad esprimere in modo chiaro un concetto che risulta complesso.
Per chi balbetta, queste interruzioni o disfluenze sono molto più frequenti, più gravi e vissute in modo molto più frustrante. In alcuni casi, la balbuzie scompare durante l’infanzia, in altri diventa persistente e si prolunga anche nell’età adulta.
A cosa è dovuta tale difficoltà?
Attualmente gli studiosi continuano nella ricerca delle possibili cause alla base della balbuzie e ritengono che nello sviluppo di questo disturbo sia coinvolta la combinazione di molteplici fattori: fisiologici e organici (tra cui aspetti legati alla genetica), psico-emotivi, ambientali e linguistici. Questo è quanto emerge anche dallo studio condotto da Smith A. & Weber C. nel 2017 dal titolo “How stuttering develops: The multifactorial dynamic pathways theory” e pubblicato sul Journal of Speech, Language, and Hearing Research.
Entriamo nello specifico e vediamo quali sono le più rilevanti cause della balbuzie.
Vediamo insieme quali sono le cause che possono concorrere a sviluppare balbuzie precisando, innanzitutto, che si tratta di un disturbo complesso e che la balbuzie evolutiva, in particolare, si manifesta in modo quasi sempre improvviso, senza nessuna causa apparente: insorge, perlopiù, in coincidenza del periodo in cui il linguaggio del bambino affronta il suo massimo sviluppo diventando più complesso, aspetto questo che approfondiremo qui di seguito.
1. Sviluppo del linguaggio
Nella maggior parte dei casi, la balbuzie fa il suo esordio tra i due e i quattro anni di età, quando le capacità linguistiche dei bambini si stanno espandendo rapidamente. Molti bimbi che iniziano ad avere disfluenza sanno esattamente cosa vogliono dire, ma i loro percorsi motori non sono ancora pronti per pronunciare tutte le parole.
Man mano che i bambini producono frasi più lunghe e complesse, il loro cervello sperimenta uno sforzo maggiore. Questa maggiore richiesta può influenzare il controllo motorio necessario per produrre i suoni. Quando l’aspetto meccanico non riesce a tenere il passo con i segnali linguistici, ecco allora che può verificarsi balbuzie.
Nei bambini che affrontano tale difficoltà, l’aggiunta di una predisposizione genetica combinata con fattori ambientali può far aumentare la probabilità di sviluppare disfluenza e persistere nell’età adulta.
2. Fattori fisiologici, organici e genetici
Le storie familiari dimostrano che la presenza in famiglia di un parente con balbuzie persistente faccia incrementare la probabilità che il disturbo emerga in altri membri, anche se non è detto che questo avvenga poiché, come abbiamo visto sopra, anche l’ambiente gioca la sua parte.
Un altro dato che emerge è quello per cui i gemelli, che condividono la stessa identica composizione genetica, abbiano modelli di balbuzie più simili rispetto agli altri fratelli. Gli studi classici hanno mostrato, inoltre, che la balbuzie si manifesta con concordanza maggiore nei monozigoti se paragonata ai dizigoti, rispettivamente 60% contro il 20%. I tassi di discordanza suggeriscono che l’insorgenza, la persistenza o il recupero della balbuzie possano dipendere in modo critico dalla tempistica e dall’intensità dell’espressione di alcuni geni durante lo sviluppo, cioè dalla regolazione epigenetica.
Le ricerche ci dicono anche che la balbuzie colpisce più i maschi rispetto alle femmine (in età prescolare il rapporto è di 1,5:1) ed è meno probabile che le femmine continuino a balbettare da adulte (il rapporto maschi/femmine in età adulta è, infatti, di 4:1).
I ricercatori non hanno, tuttavia, individuato un gene specifico quale unico responsabile della balbuzie. Tuttavia, è possibile che determinati corredi genetici possano aumentare la probabilità di sviluppare disfluenza.
3. Ambiente ed aspetti psico-emotivi
Quando i bambini diventano consapevoli della loro balbuzie, i sentimenti negativi legati al parlare possono aumentare la tensione ed influenzare ulteriormente la loro capacità di comunicare. Inoltre, a seconda del loro temperamento, alcuni bambini possono provare un più elevato livello di emotività ed ansia quando parlano rispetto ad altri.
I fattori emotivi sono difficili da misurare e non possono essere considerati la causa principale della balbuzie. Tuttavia, le emozioni negative possono rappresentare un ulteriore onere cognitivo per i bambini che balbettano durante il periodo già complesso dello sviluppo del linguaggio.
4- Balbuzie derivante da altre cause
Come abbiamo specificato sopra, la maggior parte delle persone inizia a balbettare durante l’infanzia, nel corso del periodo in cui stanno sviluppando il proprio linguaggio e la propria comunicazione. In casi più sporadici, la causa della balbuzie può essere, invece, ricercata in altri fenomeni che si verificano nel corso della vita: una lesione cerebrale, un ictus o altri disturbi cerebrali possono dar luogo a quella che viene chiamata balbuzie neurogena. La disfluenza può, inoltre, comparire dopo un trauma emotivo, in questo caso si parla di balbuzie psicogena, anche se tra le cause che possono provocare il disturbo, questa è certamente più rara.
È possibile intervenire per superare la balbuzie?
Qualsiasi siano le cause che possono aver provocato la balbuzie è certamente possibile intervenire. Ad esempio, l’approccio di Psicodizione, che si basa sulla teoria psicologica cognitivo comportamentale, consente di affrontare tale disturbo intervenendo proprio di sugli aspetti psico-emotivi e modificando i fattori ambientali che influenzano la persistenza della disfluenza.
La persona che balbetta ha, infatti, bisogno di creare abitudini nuove e sane che le consentano di eliminare la sensazione del blocco di balbuzie in mente, prima ancora che nella parola, e godere di una piena libertà comunicativa.
Ascolta qui le testimonianze di chi è riuscito a liberarsi della propria disfluenza.