L’autoterapia per la balbuzie è stata tentata da quasi tutte le persone che hanno sperimentato il problema di balbuzie e solo in rarissimi casi ha dato risultati. Ci sono, comunque, testimonianze di persone balbuzienti che, attraverso alcuni escamotages, sono riusciti a coprire la loro disfluenza. In pochi sono riusciti a liberarsene definitivamente.
Questa modalità può essere funzionale sporadicamente e per la singola persona, ma non può essere considerato un metodo per uscire in modo definitivo dalla balbuzie. Quando si ricorre all’autoterapia, solitamente, si va per tentativi provando ad applicare degli espedienti quali: parlare ad alta voce quasi ad urlare, oppure c’è chi adopera la tattica di parlare quasi come se stesse cantando o quella di alterare e impostare la voce come se stesse recitando, oppure c’è chi parla con delle piccole caramelle in bocca nella maniera in cui soleva fare Demostene (oratore ateniese nato nel 384 a.C.) il quale – si narra – cercò di risolvere i suoi problemi di balbuzie esercitandosi in riva al mare, parlando proprio con dei sassolini che teneva sotto la lingua.
Insegnare l’autoterapia per la balbuzie non funziona
L’autoterapia balbuzie non poggia, evidentemente, su basi scientifiche, ma solo sull’efficacia che la stessa ha per la singola persona che l’ha messa in atto. Occorre capire, però, se con l’autoterapia si può arrivare a superare il problema completamente e se può essere d’aiuto in maniera generalizzata. Dai racconti di alcuni genitori, con un passato di balbuzie, che si sono rivolti a noi poiché il figlio presentava lo stesso disturbo, possiamo affermare che nella maggior parte dei casi la persona stessa che aveva trovato beneficio con un determinato espediente non era stata poi in grado di trasferirlo al figlio, il quale non riusciva ad ottenere lo stesso beneficio di cui aveva giovato il genitore. Inoltre, è importante sottolineare come l’efficacia dello stesso non sia scontata su un’altra persona, dal momento che non si può contare sulla replicabilità dei risultati. Tali tecniche, infatti, non possono essere riprodotte in maniera puntale e scientifica. Secondo la nostra esperienza, l’autoterapia non può essere considerata una metodica replicabile e funzionale in modo puntuale nel superamento della balbuzie. Lo dimostrano i 70 milioni di persone che balbettano nel mondo.
L’approccio del metodo Psicodizione per la risoluzione della balbuzie
Esistono, dunque, dei casi in cui l’autoterapia balbuzie ha contribuito ad eliminare il disturbo della singola persona che l’ha applicata. Si innesca un meccanismo per cui anche le convinzioni personali si modificano e cambiano di conseguenza. La stessa, comunque, non può essere considerata una tecnica rigorosa e verificata per risolvere la disfluenza e ottenere la completa libertà nella comunicazione. Per ottenere questo risultato, infatti, è necessario affidarsi a una metodologia che possa dimostrare la sua efficacia su un numero elevato di persone. Ad esempio, il metodo Psicodizione, ideato dalla dottoressa Chiara Comastri, Psicologa ed ex balbuziente, ha supportato fino ad oggi oltre 5.500 tra bambini, ragazzi e adulti e si basa su una terapia di tipo cognitivo comportamentale che va addirittura ad anticipare la percezione interna del blocco.
L’approccio Psicodizione, infatti, analizza gli schemi comportamentali e cognitivi della persona, individuando quelli che creano disagio modificandoli per renderli funzionali alla libertà espressiva. È proprio attraverso l’immettere nella propria vita azioni e atteggiamenti nuovi, che le persone scoprono di poter ottenere risultati inaspettati. I quali trasformano il timore di parlare con gli altri con il gusto e la soddisfazione nel relazionarsi con essi.
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