Balbuzia o balbuzie ti sei mai chiesto quale sia il termine corretto da utilizzare, nella lingua italiana, per identificare la disfluenza della parola nelle persone affette da balbettio? In questo articolo approfondiremo proprio questa curiosità in quanto, spesso, nei messaggi e nelle richieste di informazioni che riceviamo troviamo scritto sia “la balbuzia” che “la balbuzie” … facciamo allora un po’ di chiarezza. Potrebbe sembrare, infatti, che siano entrambe valide: la prima (balbuzia) nella forma singolare e la seconda (balbuzie) nella forma plurale. Non è così!

Consultando il dizionario si evince che la forma corretta da usare è “balbuzie” sia per la forma singolare che plurale. Sembrerà sbagliato, perché nell’immaginario comune si può pensare che questa sia la forma plurale della parola. Non nascondiamo che il numero di persone che ha questa credenza è superiore a quanto si immagini. Facciamo, però, un passo indietro per capirne qualcosa in più. La parola balbuzie deriva dal latino “balbus” da cui anche “balbuties” questa parola nasce, per armonia imitativa, dalla ripetizione di “bal –bus” suono che ricorda le ripetizioni involontarie dei suoni, tipico del balbettio.

Quando parliamo di disfluenza della parola cosa intendiamo in realtà?

Balbuzia o balbuzie, quale utilizzeresti per parlare di disfluenza della parola? La desinenza “ie” alla fine della parola indica spesso nella lingua italiana il plurale dei sostantivi femminili, per la parola “balbuzie” c’è un’eccezione. Per parlare di disturbo dell’articolazione della parola, di spasmo dei muscoli interessati all’articolazione delle sillabe, di arresti involontari, ripetizioni e/o prolungamenti di suono o di mancanza di coordinamento tra il pensiero e la parola, utilizzeremo la parola balbuzie. Al singolare.

Esistono diversi tipi di balbuzie che, a seconda della difficoltà che provocano nella persona, si distinguono in:

  • Tonica: caratterizzata da uno stato tensivo che coinvolge sia la vocalizzazione che la gestualità. Si crea un blocco che impedisce la realizzazione verbale, provocando l’arresto o la pronuncia molto forzata di uno o più suoni.
  • Clonica: si manifesta quando è presente una ripetizione forzata e involontaria, all’inizio o durante una frase, di una sillaba o di una parola.
  • Mista: quando siamo di fronte a entrambi i fenomeni di balbuzie tonica e clonica.
  • Palilalica: quando vi è una ripetizione spasmodica di una sillaba che non è attinente in alcun modo alla frase o al discorso che si sta facendo.

Risolvere la balbuzie con il metodo di Psicodizione

Abbiamo chiaramente appurato che tra balbuzia o balbuzie la forma corretta è decisamente balbuzie. Entrando più nello specifico, gli studi ci dicono che la balbuzie è un disturbo complesso che si sviluppa a seguito della compartecipazione di fattori fisiologici, linguistici, psico-emotivi e ambientali. Indipendentemente da quale sia la causa che ha generato la balbuzie in chi la vive, per tutti può sfociare in una difficoltà relazionale. Per questo è fondamentale affrontare il problema intervenendo con un approccio integrato quale è il metodo Psicodizione, elaborato dalla dott.ssa Chiara Comastri, psicologa ed ex balbuziente.

Il metodo supporta chi balbetta, accompagnandolo nel percorso di risoluzione della balbuzie, attraverso il potenziamento delle sue abilità comunicative, l’ottenimento del controllo sulla creazione dei propri suoni e l’utilizzo dell’emotività a proprio vantaggio.

Frequentando il corso intensivo di Psicodizione, ogni partecipante riceverà tutti gli strumenti utili ad iniziare una nuova vita, senza lo spettro della balbuzie.

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