La balbuzie ha quasi sempre un incipit improvviso e può verificarsi a qualsiasi età: a 3 anni, a 6, a 20, a 40 o a 60. Può verificarsi dopo un ictus o altre cause organiche, può accadere che la persona inizi a balbettare dopo un evento traumatico, ad esempio durante un esame universitario in cui viene ridicolizzata ed avverte i primi inceppi pur avendo parlato fluidamente fino a quel momento.
Particolarmente portatrice di turbamento all’interno del nucleo famigliare è la balbuzie improvvisa si che si manifesta tra i due anni e mezzo e i quattro, in età prescolare, quale disturbo del neurosviluppo che insorge in coincidenza con il momento fisiologico in cui il linguaggio diventa più complesso. E’, infatti, molto comune che questo fenomeno avvenga, senza nessuna causa apparente.
La presenza di una predisposizione, combinata con fattori intrinseci ed estrinseci, ne determinano l’innnesco e il grado di severità, creando una mancanza di coordinamento tra il pensiero e la parola. In questa situazione, il bambino può iniziare ad avere ripetizioni, rimbalzi e allungamenti dei suoni più frequenti rispetto alle disfluenze fisiologiche tipiche del periodo. Questo capita spesso proprio quando il bambino incomincia a voler comunicare in modo più strutturato il suo pensiero all’esterno.
Cosa fare quando il bambino incomincia ad avere degli inceppi quando parla?
La balbuzie improvvisa nei bambini desta molta angoscia e preoccupazione nei genitori che si ritrovano spettatori di una difficoltà comunicativa del loro piccolo, sentendosi impotenti nel poterlo aiutare. È bene specificare, come le ricerche affermino che nel 75-80% dei casi la balbuzie in età prescolare abbia una remissione spontanea. Non potendo però prevedere in quale percentuale rientri ogni bambino, diventa fondamentale intervenire tempestivamente, già ai primi inceppi, così da evitare che la balbuzie diventi persistente ed avere, invece, dei risultati stabili e veloci. Quando un bambino balbetta, alcuni consigli che possono aiutare a non peggiorare la situazione sono:
– mantenere sempre un buon contatto visivo, non distogliete lo sguardo anche in presenza del blocco e continuate a guardarlo in modo accogliente;
– non anticipare la parola anche se si è intuita, aspettate con tranquillità che finisca la frase continuando a mostrare interesse e facendo capire che avete compreso il messaggio;
– rispettare il turno comunicativo, senza inserirvi nel discorso del bambino o mettere fretta nel farlo concludere;
– evitare suggerimenti come “stai calmo, respira, parla più lentamente”;
– non porre domande multiple, fate elaborare al bambino una risposta alla volta, così che non avverta confusione nel comunicare.
La risoluzione della balbuzie improvvisa con il metodo Psicodizione
Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano come il trattamento sui bambini piccoli, della balbuzie che si manifesta in maniera improvvisa, sia più efficace rispetto a quello su bambini di sei anni o più: il rischio di una recidiva è minore e la possibilità di un recupero persistente è maggiore.
La metodologia Psicodizione, ideata dalla dottoressa Chiara Comastri, Psicologa ed ex balbuziente, viene applicata sia in ambito prescolare che scolare e adulto. In particolare, per le persone adulte, i ragazzi e i bambini sopra i 6 anni l’approccio consente di acquisire strumenti per gestire l’emotività, imparare a riconquistarsi la certezza dei propri suoni.
In area prescolare, invece, la scelta è stata quella di strutturare un approccio in cui vengono trasmessi alla famiglia strumenti che consentono loro di rieducare il modo di parlare del bambino attraverso il gioco, senza che si senta “medicalizzato”. I genitori diventano dei veri e propri allenatori. Grazie all’interazione con i nostri psicologi e psicoterapeuti specializzati nell’area prescolare, essi acquisiscono le competenze necessarie a supportare il figlio interagendo con lui nel modo corretto e aiutandolo a spalmare i suoni che sente affastellati nella sua mente, fino ad arrivare a risolvere il problema. Questa modalità evita che il bambino si carichi di una tensione e di un’ansia che potrebbero portarlo a concentrarsi sul suo blocco e a sentirsi costantemente corretto. L’iniziale senso di frustrazione dei genitori, quindi, verrà rimpiazzato dalla consapevolezza di essere parte attiva nel percorso rieducativo dei loro bambini.
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