Nel corso della settimana si è parlato molto sui social e sulla stampa di un fatto accaduto domenica scorsa durante la partita di calcio Empoli-Cagliari.
Patrick Cutrone, attaccante dell’Empoli, rientrando in panchina dopo una sostituzione apostrofa il portiere del Cagliari, Alessio Cragno, come “balbuziente di m…a”. Le sue parole vengono riprese da una telecamera e il video fa il giro del web diventando virale.
In molte pagine social che riportano la notizia si sono innescati dibattiti e scritti commenti di diversa natura. Ci è sembrato molto interessante riportarne qui alcuni, così da poter comprendere i diversi punti di vista su questo aspetto.
Abbiamo ovviamente tolto i nomi (per motivi di privacy), ma lasciato le frasi così come sono state scritte:
“Credo di sapere quanto queste parole abbiano ferito Cragno, in campo meglio offendere la mamma o la fidanzata che infierire su una difficoltà che spesso crea un grande disagio”
“Nessuno si scandalizza ma un commento del genere disturba…”
“Cragno è balbuziente, quindi vale offenderlo? Assolutamente no, un handicap non va usato per offesa, pensaci bene”
“A parte il giocatore scarso non mi sembra niente di così grave, lo ha detto tra sé e sé, sfido chiunque a non aver offeso qualcuno a sottovoce…”
“Colui che non ha rispetto di un collega di gioco merita essere accantonato e messo da parte”
“In campo spesso si esagera, ma quando si supera il limite come in questo caso è giusto essere puniti”
“Si rischia di trasformare Cutrone in un criminale e Cragno in un martire…
La questione ormai è chiusa, i due si sono chiariti…
Non che se lo squalifichi quello cambia idea, la penserà sempre allo stesso modo…
Io direi di iniziare ad educare i ragazzini a non pensare di essere superiori ad un’altra persona solo perché non ti inceppi nel parlare…”
“Per tutto quello che si dice in campo l’arbitro dovrebbe sbatterli fuori tutti, non che voglio difendere Cutrone, però in campo per chi gioca ne sentiamo molto peggio”
“Da tifoso del Cagliari dico che sì, ha sbagliato, ma ha anche chiesto scusa.
2 giornate di squalifica sarebbero giuste, 5 sarebbero un po’ esagerate. Opinione mia personale comunque”
“Sono sardo, Cutrone ha fatto male, ma se dovessero punire tutti i giocatori che usano frasi ingiurie verso un collega, giocherebbe in pochi”
“Non sono Nessuno x decidere la sua punizione, ma non dovrebbe rimanere impunito, lo sport deve essere educativo, se passa questa, tutti si sentiranno in dovere di offendere”
“…. sta di fatto che le telecamere stanno invadendo uno spazio discutibile, per quanto non sia giustificabile Cutrone non conosciamo gli eventi che hanno scatenato lo sfogo tutto sommato non così plateale del giocatore. Trovo un tantino ipocrita difendere spesso la privacy in circostanze forse molto più gravi a danno della collettività di comportamenti incivili di ogni genere negli uffici pubblici, per strada, negli ambulatori e ospedali e nelle stesse scuole. Avendo giocato tanti anni sappiamo benissimo che tante volte si dicono e si fanno cose che ci fanno vergognare a mente fredda e non ne sono esenti tanti campioni, per questo non mi sento di criminalizzare nessuno e limitare il giudizio alle prestazioni delle squadre“
Nello specifico, poco prima della sostituzione di Cutrone, i due giocatori avevano già polemizzato per un presunto fallo di mano del difensore del Cagliari Goldaniga, a cui è seguita la visione del Var (la vecchia moviola, per intenderci!). La discussione era poi proseguita mentre l’arbitro esaminava le immagini al monitor, per poi accordare il fallo al Cagliari per un fuorigioco proprio di Cutrone, che, già tra i più nervosi in campo, si è ulteriormente infuriato.
Nei giorni successivi, Cutrone – compreso l’errore commesso – ha telefonato a Cragno per scusarsi.
Il portiere del Cagliari, ha 27 anni ed è stato prima titolare nella nazionale Under 21 poi presente in quella maggiore. Non ha mai nascosto di soffrire di balbuzie, “ma anche a mo’ di segnale di incoraggiamento per chi è come lui, si presenta, quando è il suo turno, senza problemi in sala stampa e nelle interviste post gara. E anche nel dopo gara ieri ha mostrato tutta la sua tranquillità nella gestione del caso”.
Quando Cutrone lo ha chiamato per scusarsi sembra che Cragno abbia subito “accettato le scuse, minimizzando, quasi a voler dare una mano al collega investito dalla bufera mediatica scatenata dopo la gara. Ancora oggi, Cragno che dallo spogliatoio di Empoli aveva postato una foto sorridente col collega Guglielmo Vicario, portiere dell’Empoli, ha fatto sapere tramite club di considerare tutto chiarito” (ANSA).
In questo episodio ci sono molti elementi interessanti su cui riflettere.
Ancora una volta, nel mezzo di un campo da calcio (come accade anche in altre circostanze) si è apostrofata una persona per una sua difficoltà o caratteristica che ben poco ha a che fare con la sua capacità di giocatore… e questo, purtroppo, accade fin troppo spesso a prescindere dalla tipologia di insulto (che, aggiungiamo, sarebbe meraviglioso non ci fosse in ogni caso!).
È bello, invece, come nei commenti ci sia da più persone la sensibilità di comprendere proprio tale aspetto, e cioè quanto sia poco etico e fuori luogo offendere qualcuno in un contesto sportivo, che dovrebbe essere mezzo di socializzazione, e soprattutto per una sua difficoltà. Si è sottolineato, inoltre, che sarebbe importante iniziare a fare sensibilizzazione fin da bambini nell’accogliere le difficoltà altrui senza sentirsi superiori o farne motivo di scherno.
Infine, c’è Alessio Cragno che in realtà è il protagonista di questa storia!
Un ragazzo giovane che non si è lasciato limitare o definire dalla sua balbuzie, ma che ha inseguito il suo talento e raggiunto il suo sogno. Sono eloquenti le parole scritte dall’Ansa in cui viene sottolineato come non abbia mai nascosto di soffrire di balbuzie e come per essere di incoraggiamento a chi soffre del suo stesso disturbo, si rechi senza problemi in sala stampa per le interviste post gara.
L’aver accettato subito le scuse del collega quasi a non voler mettere lui in difficoltà, ha evidenziato, ai nostri occhi, il suo grado di consapevolezza.
Ad Alessio Cragno va il pallone d’oro per il fair play e la saggezza dimostrata, dentro e fuori dal campo!