Gli esercizi di logopedia per bambini di 4 anni fanno parte dell’attività di una figura professionale specializzata in ambito sanitario: il logopedista.
Il logopedista si occupa della valutazione e della riabilitazione dei disturbi della deglutizione, della voce, del linguaggio orale e scritto e della comunicazione in soggetti sia adulti che in età evolutiva. Inoltre, in equipe con lo psicologo e il neuropsichiatra infantile contribuisce alla diagnosi, alla certificazione e alla cura dei soggetti con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).
L’evoluzione del linguaggio è caratterizzata da una grande variabilità nei primi quattro anni di vita del bambino, tuttavia le tappe principali dello sviluppo tipico del linguaggio costituiscono un riferimento per evidenziare eventuali ritardi e condizioni disfunzionali.
Gli esercizi di logopedia per bambini di 4 anni sono attività di gioco proposte ai soggetti con difficoltà del linguaggio durante la seduta logopedica, individuale o di gruppo, da riprendere in ambito famigliare ed eventualmente scolastico; per l’efficacia del trattamento, dopo la valutazione, il logopedista stabilisce obiettivi a breve a medio e a lungo termine nell’ottica riabilitativa di favorire il recupero di una funzione e di migliorare la qualità della vita del soggetto.
Come affrontare gli esercizi logopedici nei bambini di 4 anni?
Per favorire l’evoluzione del linguaggio e migliorare la pronuncia delle parole, sono molto utili esercizi di logopedia per bambini di quattro anni da consigliare nella quotidianità, come gioco, ai genitori e agli adulti che se ne prendono cura.
Innanzi tutto il logopedista agisce indirettamente: aiuta l’adulto che si occupa del bambino a creare occasioni di scambio verbale, gioco simbolico con oggetti e pupazzi e lettura condivisa su libri illustrati; propone di costruire col bambino quaderni ricchi di immagini di oggetti e di azioni da riconoscere e denominare, anche suddivisi per fonema iniziale; consiglia all’adulto le modalità migliori di interazione, ad esempio non correggere direttamente il bambino, ma di ripetere lentamente gli enunciati da lui pronunciati (parole singole o frasi), rimodellandoli, facendosi guardare in viso in forma interrogativa “volevi dire….?” e soprattutto evitando di chiedergli di “parlare bene”. Il bambino, per non inibirsi, infatti, deve percepire che l’adulto è più interessato a ciò che vuole dire e non a correggere eventuali errori. La pronuncia corretta non deve essere fine a se stessa, ma serve per comunicare all’altro che ascolta il significato specifico di quella parola (coppie minime es. pelle /belle). Il bambino nella maggior parte dei casi pensa la parola corretta anche se non riesce ancora ad esprimerla, infatti, se si fanno dire le parole a due pupazzi, generalmente è in grado di scegliere chi dice la parola corretta pur continuando a ripeterla semplificata e talvolta compie tentativi di autocorrezione.
Durante la seduta logopedica, per favorire la pronuncia corretta dei suoni del linguaggio e l’utilizzo appropriato di essi nelle parole, vengono proposti giochi di ascolto con parole in coppia minima da discriminare (es. lana/rana), viene stimolata l’attenzione per i movimenti delle labbra e della lingua e per le diverse emissioni di aria, a seconda dei fonemi non ancora acquisiti, mediante giochi di imitazione (gioco della scimmia, riproduzione di versi degli animali, storie con le prassie). Un successo nell’acquisizione di un fonema, soprattutto se contenuto nel proprio nome, favorisce nel bambino la motivazione a proseguire gli esercizi ed accresce la sua autostima. Per migliorare la capacità di comprendere e formulare le frasi (organizzazione morfo-sintattica) si propongono: il gioco del dialogo con i burattini; l’ascolto attivo di racconti su libri con immagini interrompendo le battute e chiedendo al bambino di completare le frasi; la descrizione di immagini di azioni singole e in sequenza; la ripetizione a turno con microfono di frasi contenenti una data parola; la dettatura all’adulto da parte del bambino parola per parola.
L’approccio indiretto e la modalità ludica degli esercizi utilizzati hanno effetti positivi: i genitori diventano parte attiva del percorso rieducativo dei propri figli; i bambini attraverso il gioco vengono accompagnati e motivati, in un clima disteso, ad essere soggetto attivo nel risolvere la problematica emersa.
Gli esercizi di logopedia per bambini di quattro anni e la balbuzie.
Come abbiamo visto, la fascia d’età che va dai 2 ai 4 anni è molto importante e comprende una serie di processi che sviluppano sempre più il linguaggio. Questa fascia d’età è anche la più colpita dal disturbo della balbuzie evolutiva. A causa di ciò, spesso si pensa che la balbuzie appartenga alla categoria dei disturbi del linguaggio, ma in realtà è una problematica molto diversa che richiede una specializzazione apposita.
Nei principali manuali diagnostici utilizzati in ambito clinico, come per esempio il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi), la balbuzie evolutiva è inserita all’interno dei disturbi della fluenza, categoria parallela ai disturbi del linguaggio e afferente alla macroarea dei disturbi di comunicazione che insorgono durante il neurosviluppo.
Esiste, comunque, una piccola percentuale di bambini (gli studi stimano circa un 25%) che, oltre al problema di disfluenza, presenta in contemporanea anche un disturbo collegato al linguaggio.
In questo quadro più complesso, il professionista dovrà tener conto della duplice problematicità.
Gli esercizi di logopedia per bambini di quattro anni risulteranno un valido aiuto per risolvere le criticità che riguardano il linguaggio. Per chi, invece, manifesta anche balbuzie, sarà necessario associare al primo, un percorso di rieducazione mirato gestito da operatori specializzati in questo campo.
*Si ringrazia per la consulenza la dott.ssa Antonella Faggio – Logopedista