Il logopedista per adulto che balbetta è la figura professionale di riferimento. Interviene nell’inquadramento, nella valutazione e nel trattamento del disturbo persistente della fluenza.
La balbuzie è una problematica complessa definita neurocomportamentale. Essa riguarda non solo l’aspetto meccanico articolatorio, ma si sviluppa all’interno di schemi comportamentali e cognitivi. Questi ultimi possono abbassare molto l’autostima della persona, l’attitudine comunicativa e limitarne la qualità della vita.
Nell’adulto è spesso utile il lavoro in equipe con psicologi e psicoterapeuti per modificare le strategie di coping disadattivo e costruire considerazioni che permettano alla persona di percepirsi un comunicatore efficace.
Come si affronta la balbuzie dal punto di vista terapeutico?
Il logopedista per adulto che balbetta ha competenza su diverse tecniche e strategie che, attraverso la rieducazione dell’apparato bucco-linguo facciale, agiscono sull’eloquio. Il percorso, però, è molto individualizzato poiché gli aspetti psico-emotivi su cui agire sono strettamente personali. In collaborazione col paziente, il terapeuta struttura un modello linguistico appropriato che deve “calzare comodo”. Potrà essere necessario imparare ad ammorbidire la produzione di alcuni fonemi che risultano “contratti”, comprendere l’importanza delle pause durante la comunicazione e interrompere la pressione temporale che caratterizza le situazioni di ansia.
Il termine del percorso di riabilitazione dalla balbuzie in età adulta
Quando termina il percorso con il logopedista per adulto che balbetta?
L’aspetto più importante del percorso è imparare a generalizzare il nuovo modello linguistico in ogni ambito della vita quotidiana del paziente. Per favorire ciò, il terapeuta ha il compito di proseguire il proprio intervento fuori dal setting terapeutico, guidando la persona a conquistarsi la libertà di interagire con sconosciuti. Come avviene ad esempio nelle ordinazioni al bar, al ristorante e nei negozi oppure nel chiedere indicazioni stradali e informazioni.
Dato che la balbuzie è un disturbo a sintomatologia fluttuante e soggetto a recidive, terminato l’intervento acuto è necessario concordare un piano di follow up. Tale piano permette di mantenere i risultati raggiunti e abitui la persona ad essere il “terapeuta di se stesso”.
Molto importanti, per lo sviluppo dell’autonomia del paziente, sono i gruppi di mutuo-aiuto tra pari che, per la loro natura volontaristica, costituiscono una risorsa preziosa e praticamente illimitata. In questi gruppi, infatti, si potranno definire quadri d’azione e obiettivi di miglioramento da raggiungere insieme, potenziando l’autostima e le capacità di problem solving del singolo. Offrire, per almeno due anni, un adeguato programma di aftercare (periodo post-terapia) viene definito dalle linee guida professionali “di cruciale importanza” diventando uno strumento stesso del percorso di riabilitazione.
*Si ringrazia per la consulenza la dott.ssa Antonella Faggio – Logopedista